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Depero Fortunato, La polenta a fuoco duro

Arte a Chiusa con opere esposte nel Museo Civico e nel centro storico

L'ARTE A REGOLA D'ARTE

Una città diventa una galleria

"Uscire dalle proprie mura è anche il superamento di un confine: è il coraggio di una decisione, è l'orgoglio dell'appartenenza, è la consapevolezza di una rivendicazione legale, è la gioia della solidarietà." (Marina Eccher, curatrice)

Dal mese di marzo in poi, il Museo Civico di Chiusa apre le sue porte alla mostra speciale "KUNSTGERECHT" - "L'ARTE A REGOLA D'ARTE". Avviata dall'ambizioso progetto "La Regione fuori dai vetri", la mostra illumina e rafforza l'identità storica e territoriale del Trentino-Alto Adige.

Un totale di 92 importanti opere del patrimonio artistico della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol sono esposte nel Museo Civico e nelle vetrine dei negozi del centro storico. La selezione comprende artisti da Depero a Dallabrida, da Bergman a Vallazza, da Eccel a Moroder-Lusenberg per citare solo alcuni nomi . La mostra coinvolge le istituzioni pubbliche e le imprese di Chiusa, creando un'esperienza artistica innovativa e sottolineando lo stretto legame tra cultura, economia e comunità.

"La Regione fuori dai vetri" non è solo un progetto, ma un movimento volto a ridefinire la regione Trentino-Alto Adige e a ripristinare la sua identità storica e territoriale. Guidato da Waltraud Deeg, Marina Eccher e Giuseppe Tasin, il progetto unisce innovazione tecnica e visione politica, utilizzando l'arte e la cultura come forze trainanti per lo sviluppo delle comunità.
Nel 2023 sono state realizzate dieci mostre in Trentino in stretta collaborazione con le comunità locali. Chiusa è il primo comune dell'Alto Adige ad aderire al progetto. La varietà e la qualità delle opere esposte sono notevoli e, insieme ai cataloghi, agli incontri e agli eventi che le accompagnano, contribuiscono a far conoscere i luoghi in cui si svolgono le mostre.  
ALLA BROCHURE
Il progetto ha l'obiettivo di incoraggiare le persone a discutere e scambiare idee sull'arte negli spazi pubblici.
L'arte supera i confini
La mostra "La Regione fuori dai vetri" simboleggia il superamento dei confini e rappresenta un forte impegno per l'appartenenza e l'identità regionale. Porta le opere d'arte dai palazzi della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol direttamente nelle comunità e celebra il legame unico tra le risorse artistiche della regione e la particolarità del suo territorio.
Nel Museo Civico di Chiusa, che per questa occasione speciale mette a disposizione tutte e cinque le sale del piano terra, sarà integrata nelle tre sale della Galleria Civica anche un'opera d'arte realizzata rispettivamente da tre artisti, un designer e giovani creativi legati a Chiusa. Queste cinque opere, create appositamente per la mostra e realizzate servendosi principalmente del gomitolo di lana, creano un ponte simbolico con un materiale utilizzato nella regione da secoli.


"Arte nel centro storico": il ponte tra il museo e la città
L'iniziativa "Arte nel centro storico" è parte integrante del progetto globale "L'arte a regola d'arte" e crea un collegamento vivace tra il museo e il cuore del centro storico di Chiusa.
Grazie alla partecipazione di 21 negozi del centro storico e installando vetrine luminose e banner, l'arte della regione viene letteralmente portata nelle strade. Questo progetto è Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol e si avvale della collaborazione della Società Cooperativa Turistica di Chiusa, nonché del sostegno di numerosi sponsor. Il risultato è un'impressionante rete tra arte, economia, cultura e impegno locale.

Quadri di: Depero Fortunato, Conta Livio, Fia Fozzer Elena, Gschwendt Heiner, Grisi Anna Maria, Moser Carl, Morandell Peter Paul

PROGRAMMA
Inaugurazione

Inaugurazione del progetto "L'ARTE A REGOLA D'ARTE"

Durata della mostra | 23.03 - 17.08.2024

23.03 - 17.08.2024

  • un totale di 92 opere tra le più prestigiose dell’importante patrimonio artistico della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol - da Depero a Dallabrida, da Bergman a Vallazza, da Eccel a Moroder-Lusenberg per citare solo alcuni nomi illustri
  • esposte al Museo Civico di Chiusa e distribuite nelle vetrine dei negozi del centro storico di Chiusa
ALCUNI DEGLI IMPORTANTI ARTISTI PRESENTI IN QUESTA MOSTRA
FORTUNATO DEPERO (1892 - 1960)

Nato a Fondo in Val di Non, giunge a Rovereto giovanissimo e, dopo alcune esposizioni di opere veriste, scopre il Futurismo. Nel dicembre del 1913 è a Roma dove diviene allievo di Giacomo Balla con il quale, nel marzo del 1915, sottoscrive il manifesto «Ricostruzione futurista dell’universo». Nella primavera del 1916 tiene la sua prima personale futurista a Roma con oltre 200 opere. Nel 1917 è a Capri e nel 1918 a Roma. Nel 1919, dopo l’«Esposizione Nazionale Futurista di Milano», ritorna a Rovereto e apre la «Casa d’Arte Futurista», che produce arazzi, pubblicità, mobili, ecc. Nell’aprile del 1922 realizza a Roma il «Cabaret del Diavolo». Nel 1925 assieme a Balla e Prampolini partecipa all’«Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Parigi», e, nel 1926, alla XV Biennale di Venezia. Nel 1927 pubblica il famoso «Depero futurista», o libro bullonato. Nel settembre 1928 parte per New York dove rimane due anni vivendo di pubblicità e arredamento. Nel 1931 pubblica il «Numero Unico futurista Campari», nel 1932 il «Manifesto dell’arte pubblicitaria futurista» e partecipa con una sala personale alla XVIII Biennale di Venezia. Gradualmente si defila dall’attivismo futurista ritirandosi a Rovereto per dedicarsi all’arte decorativa. Nel 1940 pubblica la sua monumentale autobiografia e quindi, nel 1947, per due anni, è nuovamente a New York. Alla fine del 1950 lancia il «Manifesto della pittura e plastica nucleare». Tra il 1953 ed il 1956 realizza il grande arredo della Sala del Consiglio Provinciale di Trento, quindi intraprende i lavori per il suo museo, il primo museo futurista d’Italia, che apre nel 1959. Muore a Rovereto.

CARLO SARTORI (1921- 2010)
Nato a Ranzo di Vezzano, studia da autodidatta la pittura e, dopo alcuni anni di preparazione, nel 1960 tiene la sua prima mostra personale a Molveno ottenendo un grande consenso per le sue tematiche in bilico tra arcaismo ed accenti naïf. Di quel periodo è l’incontro con il pittore Luigi Pizzini la cui stretta frequentazione induce Sartori a dedicarsi completamente alla pittura e a proseguire nella ricerca di un proprio linguaggio che giungerà a piena maturazione nel corso degli anni Settanta. Nel 1961 con la «Mostra Provinciale d’Arte Figurativa» di Trento inizia le sue partecipazioni alle principali mostre collettive del periodo. Le sue opere sono notate, nel 1972 alla mostra di Suzzara, dal critico Raffaele de Grada che lo segnala a Cesare Zavattini. Sartori partecipa in seguito a ben sette edizioni ottenendo anche l’omaggio di una sala personale. Questa grande visibilità lo ha collocato nell’ambito dei pittori naïf, condizionando per un certo tempo una lettura più approfondita della sua opera che va vista anche nell’ottica di un recupero della tradizione contadina secondo modalità di «arcaismo» e con accenti di profonda spiritualità.

IRSARA LOIS (1923 - 2014)
Nato a San Leonardo di Badia, all’età di 18 anni contrae una malattia alle gambe che lo costringe per dieci anni all’uso delle stampelle. In questo periodo inizia a dipingere e scolpire. Nel 1953 con l’aiuto di un amico s’iscrive alla Scuola d’Arte “Colombo” di Milano dove rimane tra studi e collaborazioni per dodici anni. Mentre è a Milano partecipa comunque a mostre in regione, come la 6ª Regionale d’Arte di Bolzano nel 1958. Al suo rientro in val Badia (1965) mette su famiglia ed inizia una regolare attività artistica ed espositiva in varie città italiane. E’ membro dalla sua costituzione dell’EPL (Arte per i ladini) e del SKB (Südtiroler Kunstlerbund). Nel 1975, in concomitanza della sua personale a Firenze, è stato girato il primo di tre cortometraggi su di lui (gli altri nel 1985 e 1991). Viveva a Badia di Pedraces dove è deceduto nel 2014.
MARIANO FRACALOSSI (1923-2004)
Nato a Trento da padre pittore e decoratore, che lo avvia all’attività artistica, negli anni Quaranta insegna disegno nelle scuole medie. Del 1953-54 sono le sue prime esperienze con le tecniche calcografiche che si alternano agli esercizi di pittura. Nel 1966, sostenuto da un gruppo di pittori trentini tra cui Polo, Bonacina e Wolf, apre a Trento la Galleria Fogolino, particolarmente sensibile all’arte locale. Ha partecipato alle principali collettive trentine essendone spesso l’organizzatore a partire dalla terza «Mostra Regionale d’Ar¬te» al Grand Hotel Trento nel 1951, sino alla «Mo¬stra Sindacale degli Artisti Trentini» al Palazzo della Regione di Trento nel 1976, ultima esposizione organizzata dal Sindacato. Nel 1981 è presente a «Arte e Violenza. Venti artisti contro» al Centro Rosmini di Trento, e nel 1983 ad «Arte Sa¬cra 83» a Trento. Nel 1988 partecipa a «Situazioni. Arte in Trentino dal 1945» al Palazzo delle Albere. Ha allestito numerose personali ed è stato a lungo l’animatore del Sindacato Artisti di Trento. Nel 2005 Palazzo Trentini gli ha dedicato una prima retrospettiva. Muore a Trento.
CARL MOSER (1873-1939)
Nato a Bolzano, a 23 anni, su suggerimento di Franz Defregger s’iscrive all’Accademia d’Arte di Dresda. Poi, per sei anni è a Parigi (dal 1901 al 1907) dove frequenta l'Accademia Julian, celebre perché accolse quel gruppo che avrebbe fondato i "Nabis", con Bonnard, Vuillard, Denis, Ibels, Ranson, Roussel e Vallotton. Durante il soggiorno francese Moser si reca di sovente in Bretagna dove esperimenta le sue prime xilografie. Nel 1907 torna a Bolzano ed inizia a partecipare a varie mostre, come quella del 1910 ad Amburgo, e poi un po' in tutta Europa. Lavoratore instancabile ed attento, Carl Moser ha cercato di rendere le incisioni xilografiche cromaticamente preziose usando spesso un notevole numero di stampi. Fra le varie mostre si ricorda la Mostra d'Arte/Kunstschau della Venezia Tridentina, Bolzano, 1922; la XXXIX Esposizione d'Arte di Verona, 1925, e quindi le Biennali di Bolzano del 1926, 1930 e 1932. Muore a Bolzano. Una vasta retrospettiva fu presentata ad un anno dalla morte alla IX Sindacale d'Arte di Bolzano nel 1940.
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