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L'orticoltore Harald Gasser

Un lavoro di mani

Harald Gasser è un agricoltore speciale. Non è l’unico, però, a coltivare varietà rare e credere nella nuova agricoltura.

In Alto Adige vivono e lavorano agricoltori che sono venditori di sogni: uomini e donne che credono nei prodotti di nicchia, estrosi produttori di verdure rare, giovani che, dopo la formazione universitaria, rinunciano a una carriera professionale per dedicarsi alla cura della terra, seguendo le orme dei propri padri. Perché la passione produce cose più buone. "Abbiamo intelligenti, ingegnosi contadini" afferma Ulrich Höllrigl, vicepresidente dell’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Altoatesini. E di certo non si sbaglia: spesso la rivoluzione, le innovazioni, le idee partono proprio da loro.

La strada verso i sogni, si sa, è lunga e impervia. Ne sa qualcosa Harald Gasser, il trentaseienne coltivatore di verdure rare. "Un giorno mi sono seduto nel campo e ho pianto". Nessuno voleva acquistare le sue carote, la gente nei dintorni lo derideva, i genitori gli facevano pressione affinché coltivasse con agenti chimici, e spesso, dove seminava, non cresceva nulla. Alcune specie hanno richiesto un’attesa di ben sette anni.
Nel 2001 su un campo di quindici metri quadri e con appena 180 semi iniziava l’avventura bucolica di Harald Gasser. Dodici anni dopo, tra fallimenti e risalite, il suo campo misura più di 3.000 metri quadrati e contiene circa 400 varietà. Gasser è diventato il custode di preziosi segreti agresti.

"Le verdure di Harald hanno davvero un altro sapore" afferma Arturo Spicocchi, solo uno dei tanti chef che scelgono di rifornirsi presso di lui. Gasser è stato a suo modo un pioniere: poco più che ventenne, ha deciso di abbandonare il lavoro di operatore sociale per dedicarsi a tempo pieno all’agricoltura. L'attività agricola è cominciata quasi per scherzo, mentre oggi rappresenta la sua filosofia di vita. Con una punta d'orgoglio lo stesso Gasser ama definirsi un "custode della terra", perché la custodisce e la cura con passione. Oggi Gasser si dedica esclusivamente alla coltivazione di piante rare, ossia di piante originarie che non siano il frutto di incroci e alterazioni, rigorosamente con metodo biologico. I suoi clienti sono le star delle cucine altoatesine, tra cui Herbert Hintner, Arturo Spicocchi e Norbert Niederkofler, ma anche altri chef italiani come Nicola Portinari e Stefano Baiocco.

"Le fragole vanno coltivate accanto all’aglio e in generale meno si annaffia, più le piante si rafforzano". Conoscere Harald Gasser è come attingere a una serie di conoscenze inaspettate. Il "metodo Gasser" funziona e le sue verdure, a detta di molti "sono vive". Gasser è davvero un custode della terra, che non si limita a coltivare, ma fa crescere le piante secondo la propria pedagogia, ad esempio dando loro poca acqua, in modo che crescano più forti e robuste, adattandosi al clima del maso di famiglia, che è situato a circa 700 metri d’altitudine. Insieme alla propria compagna, Petra, Gasser passa innumerevoli e romantiche notti d’estate a estirpare erbacce dal campo: chiedendogli il perché, lui fa spallucce, come se fosse ovvio, "perché di notte si vedono più cose".

Ciò che oggi appare come un prodigio dell’agricoltura è il frutto di un lavoro durato più di un decennio, sebbene ben pochi comprendano quanta fatica si celi dietro la varietà e le conoscenze che oggi Gasser può offrire.
Dalla parte della terra

Sembra che nella provincia più a nord d’Italia l’agricoltura sia di tendenza: come Harald Gasser, moltissimi giovani scelgono di impegnarsi nell’agricoltura dopo aver conseguito il diploma di laurea, apportando così nuovo fervore e idee a un settore che oggi conosce un deperimento.

Anche nell’agricoltura, infatti, l’uomo ha inseguito i miti della bellezza e della rapidità violando le leggi della terra. Da tempo, tuttavia, una nuova coscienza si sta risvegliando: la terra è un bene comune che va rispettato. Sono in tanti, oggi, gli agricoltori che in tutta Europa aderiscono a tecniche naturali di produzione che non impoveriscano né il terreno né il sapore dei prodotti. Tra questi, contano anche le 619 aziende biologiche dell’Alto Adige. Dalle coltivazioni biologiche altoatesine proviene il 20% della produzione totale di frutta in Europa, ma anche latte, vino e piante officinali. Qui in tanti si impegnano per un'agricoltura diversa che risulti in prodotti di qualità: dalle verdure rare, ai carciofi di alta montagna, ai sali aromatizzati, fino alle erbe aromatiche bio.

In Alto Adige sono molti i masi, le fattorie alpine, che si trovano a 1200 metri di quota. In quelle condizioni, inseguire questo sogno non è per nulla semplice. Coltivare in alta quota significa lottare contro le notevoli pendenze alpine, le escursioni termiche notturne, la neve e le rigide temperature invernali.

Nonostante l’esistenza di progetti a sostegno dell’agricoltura, ancora oggi per numerosi agricoltori altoatesini è impensabile poter vivere soltanto dell’attività agricola. L’agricoltura ha bisogno di sostegno. Se Harald Gasser non avesse avuto Herbert Hintner a sostenerlo, non avremmo scoperto il variegato mondo delle sue verdure. Quando Gasser era in piena crisi, Hintner ha creduto in lui, insistendo affinché tentasse ancora, spingendolo a frequentare un corso di agricoltura biologica e acquistando i suoi pomodori. Abbiamo intelligenti, ingegnosi contadini.

E c’è bisogno di credere in loro. L’agricoltura non costituisce solo un mezzo di sostentamento, ma è soprattutto un modo per amare il proprio territorio, per arricchirlo ed esserne arricchiti.

Testo: Dora Vannetiello
Foto: Alex Filz
Video: Andreas Pichler
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